Cimice asiatica: l'80% del raccolto di pere da buttare

I danni della cimice asiatica

Cimice asiatica: l'80% del raccolto di pere da buttare
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L’allarme di Lavagnoli: “Iniziato l’estirpo delle piante, pereti a rischio sparizione. Anche sulle mele Granny Smith prevediamo danni tra il 40 e l’80%”.

Cimice asiatica: l'80% del raccolto di pere da buttare

Dopo i nubifragi dei giorni precedenti, che hanno colpito pesantemente le produzioni ortofrutticole, ciò che è rimasto da raccogliere è ora oggetto di attacchi rilevanti della cimice asiatica che compromette la piccola parte di raccolto che si era salvata.

“L’attacco delle cimici è particolarmente grave”, sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente di Cia agricoltori italiani Verona -. “Sono state attaccate sia le susine che le produzioni di pere. Nei prossimi giorni si raccoglieranno le varietà William e Conference, ma l’80% del raccolto sarà da buttare. Una volta raccolte le pere, la massa delle cimici si sposterà sulle mele a partire dalla Granny Smith. La cimice, nonostante i tunnel freddi siano chiusi parte a parte con le reti, si è insinuata e ha provocato danni alle colture orticole variabili fra il 40 e l’80%. In pratica la cimice attacca le culture nella sequenza di crescita, dalle prime che maturano alle tardive. Ciò che si può affermare senza alcun dubbio è che i pereti sono a rischio di sparizione. Sono già infatti, iniziate le estirpazioni da parte degli agricoltori che, esasperati dalle continue perdite del raccolto, decidono di rinunciare alla coltura”.

I tempi per risolvere il problema saranno lunghi, e intanto le aziende agricole rischiano il collasso. Si attende ancora, infatti, la rivisitazione delle norme sull’introduzione delle specie alloctone che dovranno contrastare la presenza della cimice asiatica e, successivamente, sarà necessario un opportuno periodo di sperimentazione per verificare gli eventuali impatti ambientali e le conseguenti modifiche degli equilibri ecologici.

“Nel frattempo sia i fitofarmaci che le reti si stanno dimostrando una risposta parzialmente efficace – rimarca Lavagnoli. “Riteniamo perciò che il fenomeno vada considerato alla stregua di una calamità naturale eccezionale e vada dunque richiesto al ministero dell’Agricoltura la declaratoria al fine di poter ristorare i danni agli agricoltori. Fin dal prossimo anno nel piano assicurativo andrà anche introdotta, accanto a gelo, pioggia, vento, grandine, siccità, la possibilità di assicurare i raccolti contro la cimice asiatica in forma agevolata”.

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