Cassano, lo scempio di una storia gloriosa (non la sua)

Una farsa che ha dei responsabili precisi che dovrebbero farsi da parte

Cassano, lo scempio di una storia gloriosa (non la sua)
Pubblicato:
Aggiornato:

Una farsa che ha dei responsabili precisi che dovrebbero farsi da parte

Mi ero ripromesso di non parlare più dell'Hellas Verona. Di vivere il tifo come un fatto privato e di non esprimere più alcun giudizio sulla mia squadra, né sui giornali, né in tv, né sui siti "specializzati": troppo critica, la mia visione, rispetto ad aspetti societari, sportivi e organizzativi per quella pax vigente nell'ambiente Gialloblù e che non volevo "turbare".

Osceno e ripugnante è però quello che è accaduto nella farsa Cassano, un tizio che ha fatto nella sua carriera più "cassanate" che gol. Preso dopo un anno e mezzo che non giocava un match e che sosteneva allenamenti decisamente "soft", a Verona si è reso protagonista di una delle più grandi pagliacciate della storia del calcio.

Sei giorni fa, alle 14, il burlone, perché il sinonimo è da querela, comunica ai compagni la decisione di lasciare; pochi minuti dopo qualcuno parla con la Gazzetta dello Sport che spara la notizia: Cassano lascia Verona e calcio. A stretto giro arriva la società con una conferenza stampa surreale durante la quale il barese stava stravaccato sulla sedia come fosse al bar sport alla quinta media.

Il mai fu golden boy ringrazia tutti e dice che scherzava. Cioè, che sì, voleva lasciare, ma la società, violando la sacra uguaglianza dello spogliatoio, gli ha concesso di incontrare la famiglia. E qualche giorno dopo di lasciare il ritiro prima degli altri. Perché lui, in effetti, non è come gli altri: deve dimostrare tutto.

Oggi arriva l'ufficialità: lascio l'hellas verona, non il calcio. hellas verona minuscolo, invece i cognomi di Setti, Fusco e Pecchia in maiuscolo. L'ultimo sfregio ad una tifoseria colpevole di?

Proprio quelli in maiuscolo, tranne il mister che Cassano lo ha subìto dall'inizio alla fine, dopo questa pagliacciata sulla pelle di un club fondato nel 1903 dovrebbero dimettersi, uno per uno. Prima hanno preso un ex calciatore in uno stato di forma imbarazzante che manco terminava un giro di campo; poi gli hanno consentito tutto ciò che chiedeva, poi hanno raccontato alla stampa che è tutto rientrato dopo una prima megagalattica figura marrone e, alla fine, si sono fatti "fondellare": Cassano ci ha lasciato con un tweet dall'account della moglie. Chiudete tutto, per favore.

Nel tweet dell'acneico ex calciatore nessun riferimento ai tifosi, nessuna scusa a loro che lo hanno accolto come un (vero) calciatore. Io non ce l'ho con un sopravvalutato che nella vita non ha mai vinto nulla. Ce l'ho con chi oggi è proprietario dei colori della mia squadra e di quei colori ha fatto non un brand, ma un mocio da wc.

Seguite l'esempio di Giovanni Gardini, scappate nottetempo.

Benny Calasanzio

Seguici sui nostri canali