Allevatori preoccupati: troppo basso prezzo della carne di maiale

A Verona, nell’auditorium del Consorzio Agrario del Nord est, si è tenuto un incontro organizzato da Coldiretti con circa 200 soci.

Allevatori preoccupati: troppo basso prezzo della carne di maiale
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Prezzi, valorizzazione delle Dop, controllo della qualità, attività dei Consorzi di tutela senza tralasciare l’obbligatorietà dell’etichetta per l’origine dei prodotti. Sono questi i principali temi affrontati ieri a Verona, nell’auditorium del Consorzio Agrario del Nord est, durante un incontro organizzato da Coldiretti con circa 200 soci imprenditori agricoli e allevatori, rappresentanti i territori del comparto suinicolo italiano del Nord e centro Italia.

Difficoltà per tutto il comparto suinicolo italiano

Giorgio Apostoli, responsabile del settore zootecnico di Coldiretti ha evidenziato la difficoltà che in questo momento sta riscontrando il comparto suinicolo italiano con l’andamento dei prezzi più basso degli ultimi anni, per cui si è reso necessario un confronto con gli allevatori. L’andamento della suinicoltura italiana è stato illustrato da Maurizio Gallo, direttore di Anas, associazione nazionale allevatori di suini. Presente anche il presidente dell’Associazione Thomas Roncari.  Per quanto riguarda il Veneto, i dati dell’Anagrafe Zootecnica Nazionale indicano al 28 febbraio 2019 il numero degli allevamenti di suini professionali che sono 1881 di cui 357 a Verona.

"La Dop è l’unico elemento su cui possiamo creare la distintività"

Dopo una serie di interventi da parte dei presenti, ha preso la parola Ettore Prandini, presidente della Coldiretti che ha evidenziato: “La Denominazione d’origine è l’unico elemento su cui possiamo creare la distintività ed è l’unico strumento per sviluppare l’intera filiera e il comparto suinicolo. Oggi è necessario riequilibrare la presenza di agricoltori all’interno dei Consorzi di tutela per una condivisione di progettualità. Un altro tema è la necessità di lavorare sulla comunicazione per la valorizzazione e traino delle Dop e dell’intero settore suinicolo. Bisogna investire nel momento in cui le cose vanno bene e non recuperare quando la situazione è in difficoltà”. Prandini ha sottolineato anche la necessità di maggiori controlli all’interno della filiera per realizzare prodotti di elevata qualità nelle Dop. “Dobbiamo lavorare di più per l’internazionalizzazione, anche tramite i Consorzi di tutela, perché rispetto ad altri Paesi come Spagna e Germania siamo rimasti indietro. Un altro tema fondamentale è l’obbligo dell’origine ma servono i decreti attuativi per identificare il prodotto agricolo utilizzato in tutta la filiera dell’insaccato come è avvenuto per il settore lattiero caseario. Infatti, con l’origine dei prodotti in etichetta è stata diminuita sostanzialmente l’importazione delle cagliate”. Il presidente della Coldiretti ha ricordato la recente sentenza che ha fatto cadere il segreto di Stato dei prodotti stranieri importati. “Dovremo incontrare nelle prossime settimane il ministro della Sanità. – ha aggiunto – La sentenza dovrebbe essere estesa a tutti i prodotti, oltre a quelli lattiero caseari, come ai salumi. Il rilevamento all’interno della filiera è necessario per tracciare l’intero percorso del prodotto”.

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