Cimice asiatica: si teme per le produzioni frutticole

La soluzione potrebbe essere l'importazione della vespa samurai.

Cimice asiatica: si teme per le produzioni frutticole
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In pericolo le coltivazioni di pere, pesche, albicocche, mele, kiwi, soia e uva a causa della cimice asiatica. La soluzione potrebbe essere l'importazione della vespa samurai.

Cimice asiatica: si teme per le produzioni frutticole

Cimice asiatica flagello annunciato dell’estate 2019. Tutte le più fosche previsioni stanno trovando conferma perché la cimice si sta presentando nelle campagne in numero molto più alto dell'anno scorso, quando già distrusse tra il 30 e il 50 per cento delle produzioni frutticole. Si teme perciò un aggravamento del danno rispetto la scorsa annata.

Le previsioni di Confagricoltura

Confagricoltura aveva annunciato che il fenomeno sarebbe andato peggiorando e così sta succedendo, perché la cimice si riproduce in modo velocissimo e il freddo invernale non è stato sufficiente a eliminare almeno una parte della popolazione. Ora le cimici, presenti in gran numero, cominciano l’assalto alle colture, a partire dalle pere, dalle pesche e dalle albicocche. Quindi attaccheranno le mele, i kiwi, la soia e infine anche i vigneti.

“Le reti di protezione sono utili, ma servono investimenti ingenti – sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona -. Quest'anno la Regione del Veneto ha stanziato 300 mila euro per l'installazione di reti di protezione nei frutteti. Pochi soldi, rimasti in buona parte inutilizzati probabilmente per le restrittive condizioni poste dal bando e per un intervento pubblico limitato rispetto ai costi effettivi che devono sostenere le aziende per installare tali protezioni.Sicuramente le reti costituiscono uno strumento utile per limitare i danni, anche se non sono risolutive in quanto l'insetto riesce comunque a penetrare nel frutteto”.

La vespa samurai potrebbe salvarci dalle cimici

Secondo Confagricoltura sarebbe molto più utile importare dalla Cina la vespa samurai (Trissolcus japonicus), un imenottero che parassitizza le uova della cimice, la cui introduzione in Italia non è ammessa in quanto specie non indigena. Questo antagonista potrebbe rappresentare un efficace mezzo biologico per contenere la popolazione della cimice asiatica. Il Senato, in sede di commissione Agricoltura, lo scorso 16 aprile ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a dare la massima priorità all’adozione del decreto che fissa i criteri per l’immissione nel territorio italiano di specie di insetti non autoctone. Il provvedimento è fondamentale per velocizzare l'introduzione della «vespa samurai».

“Purtroppo finora le sia pur buone intenzioni manifestate dalla politica sono rimaste tali e a questa risoluzione parlamentare non è ancora seguito il provvedimento del Governo – rimarca Ferrarese -. Nel frattempo le coltivazioni sono sotto assedio e i frutticoltori temono di perdere completamente il raccolto del 2019. Purtroppo i tempi della politica mal si conciliano con la velocità con cui prolifera e si propaga il flagello della cimice asiatica”.

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