Festeggia i 101 anni facendo la «scala santa» della Madonna del Bosco

La centenaria: «Tutti mi chiedono qual è il mio segreto, che cosa mangio e cosa faccio per stare così. A tutti rispondo: “Niente, quello che capita”».

Festeggia i 101 anni facendo la «scala santa» della Madonna del Bosco
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Festeggia i 101 anni facendo la «scala santa» della Madonna del Bosco. La centenaria: «Tutti mi chiedono qual è il mio segreto, che cosa mangio e cosa faccio per stare così. A tutti rispondo: “Niente, quello che capita”».

Trecentoquaranta gradini a 100 anni

Per il suo compleanno, come ama fare da qualche tempo a questa parte, ha percorso la scala santa del Santuario della Madonna del Bosco. Trecentoquaranta e rotti gradini (ogni volta che li conta, chissà perché, vien fuori un numero diverso), «scalati» al braccio del figlio Maurizio.

Fin qui niente di strano. Del resto i pellegrini che lo fanno ogni giorno, recitando anche un’Ave Maria per gradino, sono tantissimi. Il fatto eccezionale è che lei ha cinquant’anni per gamba. Anzi, ad essere precisi qualcosa di più, visto che di anni, il 22 ottobre scorso, ne ha compiuti 101.

Una veronese di adozione meratese

Sermida Modena, veronese di nascita ma meratese per amore, è una forza della natura. A vederla, così in salute e attiva, non diresti mai che sulle spalle porta il peso di un secolo tra i più intensi e travagliati della storia.

Nata in tempo di guerra a Salizzole, in provincia di Verona, terzogenita di dodici fratelli, non tutti sopravvissuti purtroppo alle traversie della vita, Sermida è oggi la sola rimasta della sua numerosa famiglia. Terminata la quinta elementare, con grande rammarico della sua maestra che invece sognava per lei il proseguimento degli studi, andò a lavorare ancora ragazzina in una manifattura di tabacchi che confezionava sigari. Fino a che un bel giorno non conobbe l’uomo destinato a diventare suo marito e che in Veneto, nella casa adiacente alla sua, si recava di tanto in tanto a far visita a dei parenti. Fu proprio Luigi Bonfanti, originario di Imbersago e conosciutissimo all’epoca come «Gino l’aviatur» perché era un maresciallo dell’aeronautica militare, a «rapire» Sermida e a portarla con sé in Brianza. Qui i novelli sposi presero casa prima a Imbersago, poi a Merate, dove costruirono la villetta in via San Vincenzo in cui tutt’ora vive la donna.

Il lavoro nell'industria del tabacco

Dopo il trasferimento, Sermida continuò a lavorare per un’industria del tabacco, ma confezionando questa volta sigarette. «Con la motoretta, il famoso aquilotto, andavo alla stazione di Cernusco a prendere il treno - ricorda la centenaria - Scendevo a Greco Pirelli e poi facevo un pezzo a piedi tutti i giorni. L’ho fatto anche quando sono nati i figli. Però a casa - dice con una punta di orgoglio - portavo lo stipendio...». Così fino ai 40 anni, quando dopo venticinque anni di lavoro decise di andare in pensione.

Due figli (Maurizio di 69 anni e Guido di 74), quattro nipoti, una vita fortunatamente piena e serena, Sermida non può che dirsi contenta dei suoi 101 anni e del destino che le ha regalato una vecchiaia tranquilla e soprattutto in salute.

Con lei, da quando nel 2009 è mancato il marito, vive una badante, Galyna, che l’aiuta nel disbrigo delle faccende quotidiane e che l’accompagna nei giri a piedi che fa ogni giorno spingendosi fino in centro.

Le buone abitudini

Il martedì, cascasse il mondo, va al mercato a comprare il pollo arrosto, frutta e verdura. Mentre il giovedì, fino a poco tempo fa, si recava a piedi fino all’Auchan per fare un po’ di compere. Adesso è il figlio Maurizio che l’accompagna in auto a fare la spesa, il mercoledì pomeriggio. Inoltre tutti i giorni, eccetto il martedì, Sermida va a messa nella cappella dell’ospedale. «Arrivo una mezz’oretta prima e insieme a Mariuccia Mandelli, che è po’ la capa del nostro gruppo di amiche, preparo l’occorrente per la messa di don Biagio Fumagalli», racconta lei. «La mamma ha una bella voce e ama cantare», aggiunge il figlio Maurizio. E lei in tutta risposta, con la sua voce limpida e forte, ancora sorprendente giovane, intona per noi un canto liturgico.

Le tradizioni e "vizi"

Tra gli hobby di una vita, ce n’è uno che tutta la famiglia e gli amici più stretti apprezzano, anzi amano, molto ed è la pasta fatta in casa. «La faccio ogni domenica. Appena torno da messa, mi metto in cucina e impasto. Da sola. Perché la pasta si fa così, da soli», puntualizza lei. E stando a quanto racconta il figlio Maurizio, ogni volta ne fa in quantità industriali. «Lei racconta che ha imparato a fare le fettuccine a 13 anni e da allora non ha più smesso. Ho fatto due conti: credo che in tanti anni ne abbia fatta almeno due tonnellate».

«La mamma ha poi un altro vizietto, per cui la prendo spesso in giro - racconta ancora Maurizio - A lei piace comprare le piccole cose, se poi costano meno di 5 euro, stai sicuro che in casa non mancherà, che sia una camicia piuttosto che un cuscino o un attrezzo per la cucina».

Nessun segreto, solo una vita normale

Qual è il segreto di una vita tanto longeva? «Mi chiedono tutti che cosa mangio e cosa faccio per stare così bene. “Niente, rispondo, quello che capita”. Faccio cose normali». E in effetti mangia di tutto e ai pasti non disdegna un bicchiere di vino. Per il resto la sua giornata scorre tranquilla, tra una passeggiata mattutina, il pisolino e la messa quotidiana. La sera una cena leggera, un po’ di televisione e poi a letto. Fino alla mattina successiva, quando inizia un altro giorno.

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