La Vespa a Verona, mostra sul mito delle due ruote nella città scaligera

L’icona made in Italy, targata Piaggio, fa tappa agli ex Magazzini Generali, tempio dell’archeologia industriale veronese rigenerata.

La Vespa a Verona, mostra sul mito delle due ruote nella città scaligera
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Sabato 10 novembre, alle ore 10, sarà inaugurata la mostra: “La VESPA a Verona. Storia ed evoluzione di un mito della mobilità contemporanea”, appuntamento promosso su iniziativa della Commissione Giovani dell’Ordine degli Ingegneri di Verona e Provincia nell’ambito della rassegna di eventi pubblici Open
d’Autunno: “Veicoli e mobilità 4.0”.

Un appuntamento imperdibile per gli appassionati della Vespa

Un viaggio tra ingegneria, design, società, passione e territorio: una storia che unisce tecnica e cuore. Protagonista la Vespa, il gioiello su due ruote di casa Piaggio, un’icona del made in Italy, che ha saputo interpretare i tempi e i cambiamenti sociali del Paese. Nata come mezzo di motorizzazione di massa, in oltre settant’anni, la Vespa si è evoluta in oggetto di design e collezione, nonché in un fenomeno di aggregazione sociale. Trait d’union tra generazioni, ha fatto interagire ambienti sociali lontanissimi, ha dato il via a fenomeni culturali molteplici, e al contempo peculiari, delle realtà nelle quali ha saputo calarsi fino a diventarne protagonista e tratto distintivo. Allestita fino al 15 dicembre nella sede dell’Ordine (Magazzino1, via S. Teresa 12) con ingresso libero da lunedì al venerdì: dalle ore 9.00 alle 18.00 (chiuso sabato e festivi), mostra e convegno sono coordinati dagli ingegneri Remigio Lucchini e Alberto Cordioli della Commissione Giovani dell’Ordine in collaborazione con il Vespa Club Verona, l’Accademia di Belle Arti di Verona, il Registro Storico della Vespa e la Commissione Storia e Musei dell’Automotoclub Storico Italiano.

Il convegno

Moderato da Mirko Zambaldo, vicepresidente del Vespa Club Verona e co-curatore della mostra, il convegno d’apertura sul tema “La Vespa: dal progetto alle forme” vedrà l’intervento di Antonella Andriani, designer e vicedirettrice dell’Accademia di Belle Arti di Verona, di Paolo Zanon, appassionato e profondo conoscitore della storia della Vespa, di Marco Caloi, vicepresidente del Registro Storico della Vespa e di Danilo Castellarin, giornalista, scrittore e presidente della Commissione Storia e Musei dell’Automotoclub Storico Italiano (ASI). Autore del volume “Guidavamo così”, Castellarin proporrà un affondo nella memoria con il suo intervento su “La Vespa nelle emozioni e nei ricordi”: quasi un elogio alla lentezza, a quella Verona che un tempo “scorreva” calma, in un intreccio di volti e luoghi da apprezzare, al volante, con lo
sguardo e con la parola. A raccontare il percorso espositivo sarà il curatore ingegner Remigio Lucchini: «La Vespa ha rappresentato e rappresenta un fenomeno unico nella storia della mobilità e del costume del nostro Paese – sottolinea Lucchini - dove ha saputo imporsi, fin dal primo dopoguerra, come mezzo della mobilità individuale, conquistando via via l'Europa e il mondo. Nasce dall’idea di un ingegnere, si sviluppa grazie ad un team di ingegneri e ad un progetto industriale che ha saputo coniugare tecnica, innovazione e design, interpretando le esigenze e l'evoluzione dei tempi, divenendo simbolo di libertà, indipendenza e aggregazione. La Vespa è un concetto, un modo di vivere il potere rivoluzionario delle idee».

Il percorso espositivo

Nei dieci pannelli espositivi, il racconto di una storia industriale di successo, quella della Piaggio, che - dopo la riconversione post bellica - con l’ideazione, la progettazione e l’evoluzione tecnica dei modelli della Vespa ha effettivamente segnato lo stile di vita degli italiani, anche attraverso una strategia comunicativa di effetto. La “rivoluzione” targata VESPA resta il frutto del lavoro di squadra del “team ingegneri Piaggio”. Un lavoro di squadra, un team di ingegneri - da Costantino D’Ascanio a Francesco Lanzara, da Vittorio Casini a Renzo Spolti, fino a Giovanni Casiraghi – che ne hanno seguito il progetto, l’evoluzione, la produzione e la distribuzione puntando sull’affidabilità, sull’efficienza, sull’innovazione dei modelli e sulla cura dei dettagli. Un mezzo semplice, a due ruote, dal telaio rivoluzionario, leggero e a basso costo. Un design indovinato che fa della semplicità la carta vincente: nelle linee, nella struttura del motore, nella guida. Un veicolo di largo impiego, parsimonioso nei consumi, che ha conquistato fin da subito anche le donne. Così lo aveva pensato Enrico Piaggio, così lo realizzò l’ingegner Corradino D’Ascanio con l’intuizione del primo “Prototipo MP6 – Motoleggera Piaggio6” nel lontano 1945, ribattezzata dal patron Piaggio “Vespa” e presentata l’anno successivo, nel 1946, al Salone del Motociclo di Milano. Quel D’Ascanio che avrebbe voluto essere ricordato per aver progettato il primo prototipo di elicottero moderno. E invece diede vita al veicolo che seppe interpretare, con l’evoluzione dei suoi modelli, il mutare storico-sociale del Bel Paese.

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CREDITI FOTO:

FOTO 1: Piazza Erbe – Foto Cargnel, immagine tratta dal libro 'Guidavamo così' di Danilo Castellarin

FOTO 2: Piazza Bra, Giugno 1956 - Raduno Nazionale Giulietta e Romeo (Archivio Vespa Club Verona)

FOTO 3 – Allestimento Mostra “La Vespa a Verona” – Magazzino1, sede Ordine

 

Il Vespa Club Verona

In esposizione anche immagini storiche di Verona, modellini, componentistica e documenti dall’archivio del Vespa Club Verona, che nel 2019 festeggerà i 70 dalla fondazione. Dal 1949 il Verona Vespa Club porta per le strade d’Italia ed Europa la passione per la Vespa e per Verona, segnando importanti traguardi anche nelle competizioni vespistiche sportive nazionali e internazionali. Tra i primi e più longevi Vespa Club d’Italia, il Vespa Club Verona - matricola n. 22 - passò indenne anche attraverso la crisi e lo scioglimento del Vespa Club Italia del 1971, proprio grazie a quello spirito di “appartenenza” ad un movimento assolutamente aggregativo e identitario che da sempre lo anima e che lo portò ad essere protagonista della rinascita del Vespa Club Italia nel 1973. Dai classici anni ’50 e ’60 ai colorati anni ’70 e ’80 fino ad oggi, “vivere” la Vespa significa anche rivivere luoghi e momenti di una Verona di altri tempi.

I modelli in esposizione

In mostra, negli spazi del Magazzino1, anche modelli d’epoca: dalla Vespa 125 V1 del 1948 con il cambio a bacchetta, all’ Ape 150 B3 del 1955; dalla Vespa GS150 VS1 sempre del 1955 alla Vespa VNA125 datata 1957; e ancora: la Vespa 50N del 1964, la Vespa 125ET3 del 1980, fino alla Vespa PK125 del 1984.

Patrocini e sostenitori della rassegna

Il programma di eventi 2018 è stato realizzato grazie alla collaborazione con l’Archivio di Stato di Verona; Ance Verona; CIFI, Museo Nicolis; FIAB, Vespa Club Verona, Registro Storico Vespa e Commissione Storia e Musei dell’Automotoclub Storico Italiano (ASI). La rassegna gode del patrocinio della Provincia e del Comune di Verona, della Commissione sostenibilità dell’Università di Verona, di ARPAV, CNI, FOIV, dell’Accademia di Belle Arti di Verona, dell’Ufficio dell’Ambito Territoriale VII Verona, dell’Associazione mondiale della strada, di Veneto Strade, dell’associazione VeronaNetwork, T2i e dell’Accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere di Verona. Hanno condiviso l’iniziativa anche la Circoscrizione 5 del Comune di Verona, la Società Letteraria di Verona, il Collegio ingegneri Verona, il CTG Verona e CTG Un Volto Nuovo.

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