Nasce la pagina Facebook per ricordare le vittime in divisa del terrorismo

Diffonderà le storie di poliziotti, carabinieri e membri di altri corpi dello Stato brutalmente assassinati durante gli anni di piombo.

Nasce la pagina Facebook per ricordare le vittime in divisa del terrorismo
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Nasce la pagina Facebook per ricordare le vittime in divisa del terrorismo. Diffonderà le storie di poliziotti, carabinieri e membri di altri corpi dello Stato brutalmente assassinati durante gli anni di piombo.

Nasce la pagina Facebook per ricordare le vittime in divisa del terrorismo

Una pagina Facebook e un profilo Instagram per raccontare ogni giorno le storie delle vittime innocenti del terrorismo che hanno pagato con la vita il "prezzo" di indossare una divisa e la missione di difendere la Repubblica dalle folli derive "rosse" e "nere". E' questo lo scopo dell'iniziativa sostenuta dall'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia (A.N.F.P.) che, per le immagini e le informazioni, attingerà dal libro "Guardie. Le vittime in divisa del terrorismo" (Harpo editore), libro scritto a quattro mani dal giornalista Daniele Repetto e dal prefetto Ansoino Andreassi, già vicecapo della Polizia di Stato.

La pagina e il profilo Instagram

La pagina e il profilo Instagram, così come il libro, diffonderanno le storie di poliziotti, carabinieri e membri di altri corpi dello Stato brutalmente assassinati durante gli anni di piombo dal terrorismo eversivo di estrema sinistra e da quello di estrema destra. Sarà un viaggio in un'Italia stretta quasi fino al soffocamento dalla morsa del terrorismo. Una sfilza di foto e di nomi: da Antonio Annarumma, ucciso il 19 novembre 1969 a Milano con un tubo innocente durante una manifestazione, al poliziotto Emanuele Petri, ammazzato nel 2003 su un treno dopo aver scoperto, tra i viaggiatori, Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, tra i fondatori delle Nuove Brigate Rosse.

I social per la "memoria"

Il terrorismo in Italia ha causato la morte di 428 persone; di queste circa 100 indossavano una divisa. I loro nomi e le loro storie sono purtroppo molto spesso dimenticati. Da qui l'idea di utilizzare i social per divulgare un pezzo di storia troppo presto archiviato. Basterà cliccare "Mi piace" alla pagina Facebook e seguire quella Instagram per ricevere ogni giorno, sui propri dispositivi, una delle tante storie di persone normali che hanno sacrificato la loro vita per salvaguardare la nostra libertà democratica. "La storia deve essere, ancora una volta, una buona maestra, perché da lei si può trarre la lezione della fiducia, l'insegnamento della responsabilità e del dovere, collettivo ed individuale. E' questo il monito e il lascito che ci viene dai vincitori di una guerra che non dobbiamo dimenticare, perché hanno avuto l'audacia e la forza del coraggio e della coerenza, sacrificando il loro futuro per il nostro" ha detto, a proposito del libro, il segretario dell'Associazione Nazionale Funzionari di Polizia Enzo Marco Letizia.

Commenti
Omar

Salve, iniziativa di immensa portata, anche se si dovrebbero riportare le storie di tutte le vittime che hanno indossato una divisa. Vittime della criminalità diffusa , mafiosa , e le vittime del terrorismo sono di un unica specie “ sono vittime” . Senza distinzione

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