Soccorso Alpino e Speleologico Veneto tutti i numeri del 2018

Ecco la relazione relativa agli interventi e alle attività effettuate dal Corpo.

Soccorso Alpino e Speleologico Veneto tutti i numeri del 2018
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Soccorso Alpino e Speleologico Veneto tutti i numeri del 2018. Ecco la relazione relativa agli interventi e alle attività effettuate dal Corpo.

Soccorso Alpino e Speleologico Veneto tutti i numeri del 2018

Il 2018 vede il numero delle persone soccorse sfiorare le 1000 unità (991), con 949 interventi pone il 2018 come l’anno di maggior attività dell’ultimo decennio. I motivi sono molteplici: da una parte le buone condizioni atmosferiche hanno favorito la frequentazione della montagna, dall’altra un costante aumento di appassionati sia delle attività estive che invernali. Da sottolineare anche, purtroppo, l’aumento ormai cronico delle persone che affrontano la montagna senza preparazione fisica né tantomeno tecnica e/o con attrezzatura non adeguata, come mostrano le nostre statistiche più avanti riportate. Il fenomeno è legato anche all’idea di una montagna come palestra all’aperto dove mettere alla prova le proprie prestazioni e non piuttosto di un ambiente severo e ostile che non lascia margine all’errore.

Interventi e persone soccorse

L'attività operativa svolta nel corso del 2018 dagli Organici del CNSAS Veneto in stretta sinergia operativa con le Centrali Operative del SUEM 118 della Regione del Veneto (Pieve di Cadore, Padova, Treviso, Verona e Vicenza) si è, dunque, attestata a n. 949 interventi, valore in aumento di circa il +12.17 % rispetto all’anno 2017. Si specifica che gli interventi a carattere sanitario sono stati n. 897 mentre gli interventi a carattere di Protezione Civile, siamo passati dai n. 18 del 2017 ai n. 40 del 2018, , dato che rileva l’intensificarsi di fenomeni atmosferici straordinari, né è una testimonianza diretta l’uragano Vaia che hanno colpito il Veneto ed il Trentino Alto Adige lo scorso autunno, mettendo a dura prova l’intera popolazione ed il territorio sotto tutti i punti di vista. Per quanto, riguarda il numero complessivo delle persone soccorse a vario titolo dal personale CNSAS, sono state n. 991, che, come si diceva in premessa, rappresentano il numero più elevato dell’ultimo decennio, con un aumento percentuale di ben +16.59% rispetto all’anno 2017.

Codici di gravità

Per quanto invece attiene alla diagnostica analitica degli interventi, oltre ai n. 388 illesi tratti in salvo (persone in difficoltà a causa diverse o in imminente pericolo di vita), che rappresenta circa il 39% del numero complessivo delle persone soccorse nel 2018, percentuale consistente che se, da un lato, può dar credito ad una auspicabile prudenza dall’altra indica senz’altro la tendenza ad affrontare la montagna in maniera irresponsabile. Gli incidenti in pista si portano a quota 93, proporzionalmente meno numerosi che nel 2017 con una diminuzione del -9.70%. Per quanto attiene le persone decedute il numero è invariato rispetto all’anno 2017 attestandosi a nr. 62 decessi anche nel 2018. Al riguardo degli esiti mortali il trend dipende in realtà da fattori piuttosto diversi che non sono sempre riconducibili a ragionamenti coerenti con la statistica, tuttavia le attività più coinvolte risultano essere, l’escursionismo, l’alpinismo e l’attività lavorativa eseguita in ambiente ostile impervio e purtroppo, non ultimo, i casi di suicidio dovuti al disagio sociale, che sembrano non vedere una diminuzione, ma che fanno notare un aumento ed una conseguente preoccupazione per l’intero territorio delle terre alte.

Cause degli infortuni

Il significativo aumento delle persone soccorse e degli interventi (+12.17 % rispetto al 2017) genera un significativo aumento, anche se non in maniera proporzionale, sulle cause di incidente e sulle attività coinvolte. Si constata purtroppo, anche per il 2018, come le cause ascrivibili alla mancata preparazione fisica e psicofisica, la perdita dell’orientamento, i ritardi rappresentino una percentuale ragguardevole pari a circa 27% dei soccorsi, come pure il “malore”, da addebitarsi a diverse cause, e la scarsa preparazione fisica, che si attestano al 12.00%. Tra le cause, “caduta” e “scivolata” raggiungono complessivamente c.a il 39%, percentuale che evidenzia l’attività escursionistica in generale come l’attività più soggetta ad infortuni; per maggiori dettagli si rimanda al grafici allegati alla presente relazione. Come precedentemente specificato, l’escursionismo, anche per il maggior numero di esponenti, spicca su tutte le altre attività coinvolte con il 45.40, seguono gli incidenti sulle pista da sci con un 10.80%; segue poi l’alpinismo con un 9.40% mentre attività come lo scialpinismo che, soggetto al pericolo di valanga, ha grande risalto mediatico, in realtà con il suo modesto 2.30% è ampiamente superato da attività quali le ferrate (2.90%) o la mountain bike (3.70%) per non dire dell’attività di raccolta funghi che sconta un 3.70% e che racchiude paradossalmente una tra le più alte mortalità con il 24% degli infortunati. Per quanto attiene l’attività lavoro, vi è un aumento al 2.90% rispetto ad un 1,90% nel 2017, tra le attività maggiormente interessate vi è l’attività di legnatico, forse dovuto alla saltuarietà di chi svolge tale compito, non sicuramente ascrivibile alle ditte specializzate del settore, ma al privato cittadino che saltuariamente svolge tale compito. A tal proposito, visto il fenomeno atmosferico disastroso per i boschi del Veneto ed il Trentino Alto Adige dello scorso autunno, è purtroppo probabile un incremento degli incidenti legati alla attività boschiva, dovuti gioco forza alla intensa attività di bonifica e sistemazione dei territori che sarà da eseguirsi nei prossimi anni.

Nazionalità dei soccorsi e stato assicurativo

Altri dati che rivestono un rilievo statistico anche alla luce della Legge Regionale n. 11/15 ed il fatto che la stessa imponga che tutti gli interventi di carattere non sanitario siano di tipo oneroso, sono rappresentati dallo stato assicurativo delle persone soccorse. Su n. 991 persone soccorse, solo il 9.7%, è risultato assicurato con il CAI e/o Dolomiti Emergency o altre assicurazioni; quindi ben 900 persone soccorse erano prive di ogni tipo di copertura assicurativa che testimonia, ancora una volta, come non venga percepita la necessità ma soprattutto l’utilità di una polizza che copra le spese in caso di incidente; situazione questa che genera frequenti controversie quando il cittadino si vede recapitare a casa la fattura per l’intervento addebitatogli. Risulta pertanto necessario per il futuro, incrementare ulteriormente l’attività di formazione/informazione degli utenti allo scopo anche di diminuire i rilevanti costi sociali che gli interventi di soccorso comportano. Per quanto riguarda le nazionalità, gli italiani rappresentano circa il 79.30 % degli interventi mentre il rimanente 19.7% è suddiviso tra una ventina di nazionalità tra le quali, ovviamente, Germania Spagna e Austria, anche per contiguità (10.30%), segue la Repubblica Ceca, il Regno Unito, la Polonia, la Francia ecc. 5.

Ricerca dei dispersi

Nel 2018 si sono registrati n. 107 eventi di ricerca, con 118 persone soccorse, in pratica il doppio dell’anno precedente, il dato attesta, ancora una volta, la scarsa preparazione e consapevolezza degli escursionisti ad affrontare l’ambiente montano in genere. Nella maggioranza dei casi gli eventi si sono risolti nella giornata della chiamata, tranne per alcuni casi che hanno comunque duramente impiegato la struttura della scrivente organizzazione in ordine alla pianificazione e alla gestione delle operazioni, considerato l'importante concorso di volontari e di mezzi aerei impiegati su terreni particolarmente ostili. Purtroppo, ad oggi, nonostante lo sforzo prodotto nella scansione via terra e via aerea delle aree di ricerca in due casi specifici, non si è raggiunto l’obbiettivo del ritrovamento del Sig. Ghirardo Giocondo, scomparso a loc. Davestra in Comune di Ospitale di Cadore e del Sig. Attilio Beghetto, scomparso a Pian della Chiesa in Comune di Seren del Grappa.

I volontari a terra e in volo

Con le premesse di questa analisi, si deve di necessità registrare il lavoro encomiabile effettuato dal personale del CNSAS-SASV delle n. 29 Stazioni presenti in Veneto, le cui relative missioni di soccorso hanno visto l'impiego di n. 5711 Volontari con una media di circa n. 6 Volontario/Intervento. Il supporto fornito dagli elicotteri del 118 e, in misura minore da Carabinieri, Esercito, SAR, VVF, GdF, Aiut Alpin Dolomites è ormai un valore irrinunciabile per l’efficacia delle missioni che, nel 2018 sono state complessivamente nr. 428 su un totale di nr. 949 interventi. Occorre tener presente che l’impiego dell’elicottero non può comunque prescindere dalla presenza delle squadre a terra, sia per risolvere tutti gli interventi dove il mezzo non può intervenire (mediamente oltre la metà), sia perché le squadre a terra vengono movimentate anche in caso di intervento aereo per il quale rappresentano l’insostituibile riferimento a terra per ogni problema legato all’individuazione del luogo, degli ostacoli alla navigazione aerea, al recupero dei compagni di escursione, ecc.

L'attività formativa

Si può affermare che nel 2018 ogni volontario ha mediamente partecipato a circa 14 ore di attività formativa-addestrativa per ogni evento reale di soccorso svolto, per un totale di circa 103’000 h di Formazione/Addestramento.

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