Social Day 2019 Verona, studenti al lavoro per aiutare le popolazioni in difficoltà

Tra venerdì e sabato 180 studenti scaligeri svolgeranno un'intera giornata di lavoro in ristoranti, erboristerie, agenzie di viaggi, aziende agricole, assicurazioni, case di riposo e in qualche centro di accoglienza.

Social Day 2019 Verona, studenti al lavoro per aiutare le popolazioni in difficoltà
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Verona si prepara alla nuova edizione del Social Day. Tra venerdì e sabato 180 studenti scaligeri svolgeranno un'intera giornata di lavoro in ristoranti, erboristerie, agenzie di viaggi, aziende agricole, assicurazioni e pure in molte case di riposo e in qualche centro di accoglienza per migranti, per confermare la loro volontà di allungare una mano all'altra parte del mondo.

109 realtà del territorio pronte ad accogliere gli studenti

In tutto sono 109 le realtà del territorio pronte ad accogliere nel loro staff ragazze e ragazzi di 20 classi del liceo Maffei di Verona e del liceo Medi di Villafranca. La busta paga, anziché ai giovani, sarà indirizzata alla popolazione di Haiti delle regioni dell'Alta Artibonite, dove l'Ong veronese Progettomondo.mlal si impegna per contrastare una malnutrizione dai dati ancora preoccupanti. Per la prima volta, al fianco degli studenti scaligeri ci saranno anche gli Angeli del Bello, i cittadini volontari che da qualche anno si prendono cura della città e degli spazi
pubblici. Sabato gli Angeli hanno creato un appuntamento ad hoc al parco delle Colombare, dove si rimboccheranno le maniche insieme alle giovanissime leve. Nel frattempo, a Villafranca, ragazzi e ragazzi che partecipano al Social Day saranno coinvolti nella tradizionale giornata ecologica. Progettomondo.mlal, con il patrocinio del Comune di Verona e del Comune di Villafranca, ha infatti puntato a coinvolgere l'intero territorio per promuovere l’azione di una Città Sensibile che risponda all’appello degli studenti di trovare il luogo adatto in cui “sporcarsi le mani” per l’appuntamento solidale.

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"Social Day promuove la cultura della partecipazione e della cittadinanza attiva"

“Quest'anno è cresciuta molto la richiesta di giovani nelle case di riposto, che promuovono lo slancio solidale dei giovani in chiave intergenerazionale”, spiega Valeria Melegari, responsabile del Social Day per Progettomondo.mlal. “È da 13 anni che il Social Day promuove in Italia la cultura della partecipazione e della cittadinanza attiva. Ragazzi e ragazze vengono formati sui banchi e compiono poi liberamente la scelta di partecipare all’iniziativa con un impegno concreto, mettendosi al lavoro e chiamando il territorio a contribuire al prezioso serbatoio della generosità diretta al Sud del mondo, testimoniando in questo modo quanto il singolo gesto di ciascuno assuma un valore
enorme nella solidarietà e nel sentirsi parte di qualcosa di grande e globale. L’obiettivo è sensibilizzare le nuove generazioni, ma anche il territorio, sul tema della cooperazione internazionale, e abituare i giovani a sviluppare un pensiero critico e proattivo su questioni globali che li interessano da vicino e che necessitano della partecipazione attiva di tutti”.

Progettomondo.mlal e Libera

Nello specifico Progettomondo.mlal è impegnata ad Haiti per migliorare la sicurezza alimentare di zone in cui gli indici di malnutrizione acuta e moderata sono tra i più elevati del Paese. Si interviene sui bacini idrografici dei due comuni coinvolti, creando terrazzamenti e piccoli laghi collinari, si rafforzano le competenze dei piccoli agricoltori alimentando anche un sistema di protezione sociale e una migliore
governance. Grazie al “Social Day” il 12 e il 13 aprile gli studenti scenderanno in campo anche per favorire il reinserimento sociale di loro coetanei in Italia. A livello nazionale infatti l’attenzione si rivolge al progetto Amunì dell’associazione Libera. Avviato inizialmente nel 2011 in Sicilia, il programma è destinato ai ragazzi tra i sedici e vent’anni, sottoposti a procedimento penale da parte dell’Autorità giudiziaria minorile e impegnati in un percorso di riparazione. Molti di loro sono al primo reato e devono scontare il periodo di “messa alla prova”, ovvero la sospensione del processo e l’affidamento ai servizi sociali per un cammino di crescita che, se va a buon fine, estingue il reato. Insieme ai loro educatori hanno scelto la strada dell’antimafia sociale e responsabile.

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