Ulteriori problemi per gli indennizzi ai risparmiatori truffati dalle banche

Una modifica alla piattaforma del Fir potrebbe aver causato la perdita di tutti i dati già caricati.

Ulteriori problemi per gli indennizzi ai risparmiatori truffati dalle banche
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Ulteriori problemi per gli indennizzi ai risparmiatori truffati dalle banche. La piattaforma informatica alla quale inoltrare le domande di accesso al beneficio La legge sul F.I.R. (fondo indennizzo risparmiatori) è attiva da quasi due mesi ed è stata di recente (ieri per la precisione) modificata in quanto non era idonea allo scopo. Purtroppo le modifiche apportate non solo non risolvono integralmente le criticità evidenziate dai risparmiatori e dalle associazioni dei risparmiatori ma ne introduce altre e ben più rilevanti.

Le domande sin qui caricate potrebbero essere andate perse

Le  domande di indennizzo al Fir inserite in piattaforma sino  al 14 ottobre 2019 sono a rischio perché la modifica dello strumento informatico (piattaforma Consap) ha determinato l’alterazione dei dati contenuti nelle domande di accesso al FIR, già presentate o parzialmente inserite. Secondo indiscrezioni, le domande di accesso al Fir con tale problematicità dovrebbero essere circa 4.000, ma presumibilmente potrebbero essere tutte quelle presentate. “Invitiamo, pertanto, tutti i risparmiatori a verificare che la loro domanda sia ancora integra e utile”, raccomanda il presidente del Coordinamento don Torta, Andrea Arman.

Riferimenti di calcolo estranei alla legge, rischio impugnazione

Inoltre, secondo quanto ci riferiscono dal Coordinamento don Torta, la nuova versione della piattaforma Consap introdurrebbe riferimenti di calcolo che sono totalmente estranei alla legge sul Fir ed ai decreti attuativi della stessa. Da ieri, sulla piattaforma si trovano riferimenti al prezzo medio di carico fiscale ed al costo totale di acquisto/controvalore, voci del tutto estranee alla legge ed ai decreti attuativi che non possono e non debbono assolutamente essere di riferimento per il calcolo della percentuale di indennizzo a favore del risparmiatore.  “Essendo ancora poco chiara la modalità di accertamento del prezzo di acquisto delle azioni – spiega Arman -, unico riferimento previsto dalla legge per il calcolo della percentuale di indennizzo, temiamo che in via suppletiva o per qualche a noi oscuro ragionamento Consap intenda utilizzare o valorizzare, valori fiscali o medi di carico per il calcolo dell’indennizzo a favore dei risparmiatori.  Se così fosse, e l’inserimento di tali voci in piattaforma lo lascia chiaramente intendere, si creerebbe una situazione di vulnerabilità di tutta la procedura Fir che potrebbe essere oggetto di facile e vincente impugnazione giudiziale con la conseguenza del blocco degli indennizzi a favore dei risparmiatori. Con la prudenza e moderazione che sempre abbiamo cercato di mantenere nel corso di questa infinita commedia, speriamo che quanto sta accadendo sia solo casuale e non un preordinato disegno per ulteriormente impastoiare la legge sul Fir per poi, nell’impossibilità della stessa ad essere efficace, devolvere le somme stanziate con la modalità arbitrale tanto cara ad una delle forze di governo”.

Non c’è traccia della possibilità di inserire l’affrancamento

Infine, nella piattaforma manca ancora la possibilità di inserire l’affrancamento (ovvero le tasse che i risparmiatori hanno anticipatamente pagato).  Da parte Consap, e non solo, è stato detto che tale importo non fa parte dell’indennizzo. “Questo non è vero – sostiene Arman -: la legge riporta che: “l’indennizzo è determinato nella misura del 30% del costo di acquisto delle azioni, ivi inclusi gli oneri fiscali… “  Tale espressione è stata oggetto di discussione nel corso di un incontro tecnico avuto a Roma ed il redattore della legge, al cospetto di un alto dirigente dello staff del Presidente Giuseppe Conte. Alle contestazioni dello scrivente circa la nebulosità espressiva della norma, redattore della legge e alto funzionario garantivano che quanto pagato per affrancamento sarebbe stato restituito oltre all’importo dell’indennizzo. Numerosi i testimoni”.

Arman: “Si naviga ancora in acque burrascose”

“Purtroppo, dobbiamo quindi constatare – conclude Arman – che a due mesi dall’inizio della procedura, si naviga ancora in acque burrascose verso un porto incerto. Come associazione abbiamo fatto e continuiamo a fare quanto possiamo per evitare il blocco della legge sul FIR, per ottenere i promessi miglioramenti di ampliamento della  platea degli aventi diritto alla procedura forfettaria (sperando che anche qui non vi sia il “bagolo” che già per tempo prudentemente avevamo segnalato) e per sostenere le miglia di risparmiatori e le loro famiglie che dopo essere state vittime dell’imbroglio delle banche, dello Stato, dei vari Governi, ora sono disperati ed abbandonati nella fangaia della burocrazia.

“Metteremo in mora Consap e Governo”

Ancora una volta metteremo in mora Consap ed il Governo ed attendiamo risposta alla richiesta di accesso agli atti che abbiamo inoltrato al Mef ed alla Presidenza del Consiglio per conoscere, una volta per tutte, cosa abbiano davvero scritto  e fatto l’Europa ed il Ministero dell’Economia e Finanze nella “pratica” di ristoro / indennizzo ai risparmiatori”.

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