Bombe di Rizza, scoperto chi le sganciò

L’episodio, che non fece vittime, risale al 24 aprile del ‘43. L’autore dell’«errore» si chiamava Kenneth Jhonson.

Bombe di Rizza, scoperto chi le sganciò
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Settantasei anni fa, il 24 aprile 1943, vennero sganciate le 8 bombe di Rizza: a distanza di decenni è stato ora svelato il nome di chi le sganciò.

Bombe di Rizza, scoperto chi le sganciò

La popolazione rimase illesa, i danni furono minimi, ma il geometra Stefano Gregorotti, 54enne di Buttapietra incuriosito dal fatto, spulciando tra documenti e diari di bordo dell’epoca, ha scovato il militare che fece precipitare erroneamente gli ordigni su quell’area, mancando il vero obiettivo: «Il suo nome era Kenneth Jhonson, bombardiere di uno dei 98 velivoli USAAF americani “B 24 Liberator” diretti a Verona», spiega l’appassionato. Appartenente al gruppo «The History Hunters», i cacciatori di storia, Gregorotti condivide con altri 7 amici, un grande entusiasmo per le storie di aeromobili precipitati nel veronese durante le Seconda Guerra Mondiale: «Scandagliamo il territorio con i nostri metal detectors – racconta – Abbiamo ritrovato anche un “Lockheed P 38 Lightning” a Isola della Scala; un caccia di scorta e ricognizione armata che bombardò Legnago il 23 aprile 1945, sul finire del conflitto bellico. Di questo volo possediamo il “Macra”, acronimo di “Missing Air Crew Reports”, un documento che veniva redatto quando un aereo in missione non rientrava più alla base, perché abbattuto».

La ricostruzione di quel momento

Durante la guerra, Verona era considerata una «Prima Linea» in quando gli americani la intercettarono come punto strategico, ideale per ostacolare le truppe tedesche. «Perciò i primi obiettivi veronesi furono le raffinerie, le industrie e linee di collegamento, soprattutto ferroviarie – prosegue l’uomo – Il 24 febbraio 1945 Santa Lucia, il deposito locomotive e la stazione Porta Nuova, furono lo straziante bersaglio di un bombardamento senza precedenti». I 98 aeromobili appartenenti al 451st BG, ognuno con 10 militari a bordo, partirono da San Pancrazio Salentino in Puglia verso le 10.40, e arrivarono a Rizza intorno le 14. «Jhonson era l’addetto che apriva il vano di carico degli esplosivi, solo quando gli veniva impartito l’ordine dal capitano John Doty e dal copilota Warren Pearson, quest’ultimo autore di un’agenda dalle dimensioni di 3 pollici x 9, nelle cui note compilò la data, l’altezza e il numero di bombe da sganciare su Verona – continua –  Ma a causa di un errore, che lui stesso definì “malfunzionamento dell’intervallometro”, le bombe anziché colpire la stazione, caddero in anticipo lungo Rizza: 8 bombe da 500 libbre in picchiata da un’altezza di 25 mila piedi, che fortunatamente scoppiarono negli isolati campi, senza riportare danni né a persone né a case – conclude Gregorotti – Un miracolo».

La devozione alla Madonna del Perpetuo Soccorso

Don Ippolito de Battisti, al tempo parroco di Azzano, descrisse che da quel momento gli abitanti di Rizza cominciarono a onorare la Madonna del Perpetuo Soccorso. Infatti dal 1946 la comunità non ha mai smesso di commemorare questo giorno propizio, contestualmente infausto per altre zone del territorio veronese.

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