Estorsione in famiglia

La vittima aveva offerto un lavoro al fratello ma qualcosa non ha funzionato.

Estorsione in famiglia
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Estorsione in famiglia. La vittima aveva offerto un lavoro al fratello ma qualcosa non ha funzionato.

La vittima

Accade a P.G., 44enne originario della provincia di Catanzaro, stabilitosi da anni nel veronese dove ha avviato una un'impresa edile, che mosso dall'affetto fraterno, ha offerto un lavoro al fratello di due anni più grande, bisognoso di trovare un'occupazione, talvolta difficile da trovare nel luogo di origine.

L'incipit della vicenda

Lo ha invitato a raggiungerlo a Bussolengo, dove lo ha impiegato come manovale nella sua ditta. Purtroppo le cose non sono andate come sperato e ben presto il rapporto tra i due si è incrinato. Il fratello più grande di P.G. ha iniziato a creare più problemi che profitti, con scarso rendimento al lavoro. Sempre più scontento ed esasperato, il titolare si è visto costretto ad allontanare il dipendente, che però non ha accettato questa decisione e ha iniziato a vessare il fratello minacciandolo più volte fino ad arrivare a vere e proprie intimidazioni e minacce di morte indirizzate a lui e alla sua famiglia.

Il reato

L'uomo, che si ritiene creditore per 10 mila euro nei confronti del fratello, ha preteso con forza tale somma, prospettando a lui e alla famiglia ogni genere di male. La vittima dell'estorsione, benché spaventata, ha trovato il coraggio di denunciare il fatto ai Carabinieri di Bussolengo, che si sono messi subito al lavoro e nel tempo hanno raccolto una mole importante di prove a carico dell'estorsore.

L'arresto

Arrivato il giorno dell'incontro tra i fratelli, nel corso del quale l'imprenditore avrebbe dovuto consegnare una prima tranche di denaro al fratello, il tutto svoltosi sotto l'attenta regia dei Carabinieri di Bussolengo, nel momento della consegna, i militari sono intervenuti e hanno bloccato il reo, che malgrado l'evidenza, maldestramente ha tentaro di giustificare l'indebita percezione del denaro. Questa mattina l'arrestato è stato condotto nelle aule del Tribunale di Verona, dove l'operato della Polizia Giudiziaria è stato convalidato e l'uomo è stato poi tradotto agli arresti domiciliari.

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