Lupo ucciso in Lessinia, da Valdegamberi frase shock

Il politico ha "previsto" che in foto, al posto dell'animale, sarebbe finito qualcuno della Lav.

Lupo ucciso in Lessinia, da Valdegamberi frase shock
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Lupo ucciso in Lessinia, da Valdegamberi frase shock. Il politico ha "previsto" che in foto, al posto dell'animale, sarebbe finito qualcuno della Lav.

Lupo ucciso in Lessinia, da Valdegamberi frase shock

“Il prossimo che troverete in foto sarà uno della Lav”. Così il Consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi ha commentato un post su un gruppo Facebook che aveva ripreso la foto, diffusa dalla Lav la scorsa settimana, di un lupo ucciso in un bosco della Lessinia, a San Rocco di Piegara.

La reazione di Zanoni (Pd)

“Le dichiarazioni del consigliere Valdegamberi sono vergognose, è chiaramente inadatto a ricoprire un ruolo istituzionale, deve dimettersi”. Queste le parole di Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico a proposito di quanto scritto su Facebook dal politico veronese a commento dell’immagine. “Da parte mia, piena solidarietà alla Lav che svolge un ruolo fondamentale nella tutela degli animali e dell’ambiente. Alle sparate metaforiche di Valdegamberi e alla sua ossessione contro il lupo siamo abituati: poche settimane fa è stato cacciato dall’aula dal presidente Ciambetti per le continue interruzioni mentre stavo parlando. Ma con le minacce è stato fatto un pericoloso salto in avanti. Le sue gravi affermazioni sono un attacco a tutti gli animalisti e, più in generale, a chi ama la natura. Bene ha fatto la Lav a denunciarlo per i reati di minaccia e istigazione a delinquere, articoli 612 e 414 del Codice penale. Ma c’è anche un’altra responsabilità: chi ricopre un ruolo istituzionale e rappresenta i cittadini non può esprimersi in questo modo. Inutile che adesso parli di strumentalizzazioni e di ‘paradossi per suscitare delle riflessioni’, come scrive su Facebook, senza neanche scusarsi e cercando di passare da vittima. Ha usato parole indegne e dovrebbe dimettersi, chiediamo al presidente Ciambetti di scusarsi a nome del Consiglio regionale con la Lav e con tutti i veneti civili, censurando senza mezzi termini e ambiguità l’inqualificabile comportamento di Valdegamberi”.

La replica di Valdegamberi

"Leggo un comunicato stampa della Lav che annuncia di avermi denunciato per i reati di minaccia, articolo 612 del Codice penale, e istigazione a delinquere, articolo 414 del Codice penale. Il motivo è una battuta, tra l’ironico e il preoccupato, che avrei fatto in un dialogo su un profilo Facebook, in occasione dell’uccisione di un lupo in Lessinia. Questa è stata strumentalmente interpretata come una minaccia o un’istigazione a compiere un reato. Chi mi conosce sa benissimo che uso spesso l’ironia e i paradossi per suscitare delle riflessioni, non certo per minacciare o istigare alla violenza. Non sono un cacciatore, non ho porto d’armi, non faccio parte di alcuna associazione a delinquere tra montanari, né ho mai minacciato o usato violenza contro qualcuno, come loro lasciano intendere".

"La Lav istiga alla violenza"

"Semmai - continua Valdegamberi - la violenza è istigata proprio dalle associazioni come la Lav che non manca di imporre una posizione di un ambientalismo ideologico e, privo di buon senso ed equilibrio che, come evidenziato in un mio comunicato di quei giorni, porta ad esasperare la gente che vive e lavora in montagna e diventa la vera causa di azioni - pur sempre biasimevoli - come quella dell’uccisione del lupo. Noi avremmo voluto - come avviene nei più civili ed ecologicamente evoluti Paesi europei - che sia lo Stato a regolare la presenza del lupo, mantenendo il lupo in un numero compatibile con il territorio in cui si trova. In Italia così non è. Pur essendo il Paese con il maggior numero di lupi d’Europa, mai - sottolineo mai - è stato autorizzato un solo abbattimento di lupo, disattendendo completamente alle possibilità di deroga previste dalla normativa europea (Direttiva Habitat) e dalla legge di recepimento italiana. Ciò è dovuto alle forti pressioni mediatiche sull’opinione pubblica ad opera di associazioni come la Lav che tengono in ostaggio una politica incapace di decidere e sempre pronta a girarsi dall’altra parte, lasciando che a soccombere per il problema siano gli allevatori e chi vive in montagna. Questa denuncia nei miei confronti, decontestualizzando una frase e riempendola di dietrologie, è l’ennesima forma di minaccia per mettere a tacere il dissenso verso questa politica iniqua e priva di equilibrio e buon senso".

"Gli allevatori hanno diritto di vivere"

"Un territorio - ha detto Valdegamberi - che in pochi anni ha visto sparire, sbranati dal lupo, oltre 600 capi di bestiame, chiede delle risposte e non di essere messo a tacere con minacce o denunce! In poco tempo sono spariti capi pari a una decina di stalle! Il lupo ha il diritto di vivere ma altrettanto lo hanno gli allevatori che praticano l’alpeggio in montagna, così come hanno diritto alla sicurezza i bambini che al buio alla mattina presto si recano alle fermate dei bus nei borghi isolati delle montagna. Ho più volte auspicato, di fronte all’esasperazione che si respira su questi monti il contenimento del numero dei lupi, seguendo le vie previste dalla legge. Solo in questo modo possiamo evitare il rischio di fughe illegali. Ho visto un vecchio malgaro con le lacrime agli occhi dopo la barbara uccisione in una notte dei suoi animali. Poi ha deciso di non fare più l’alpeggio. Cari amici della Lav è questo che volete? Non è forse questo vostro comportamento, una forma di istigazione e di violenza?"

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