Truffe agli anziani la banda napoletana colpisce a San Giovanni Lupatoto

Tre le vittime, tutte nella zona di via Benvenuto Cellini: l'incidente di un parente il pretesto per ottenere soldi e preziosi.

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Truffe agli anziani la banda napoletana colpisce a San Giovanni Lupatoto. Tre le vittime, tutte nella zona di via Benvenuto Cellini: l'incidente di un parente il pretesto per ottenere soldi e preziosi.

Truffe agli anziani la banda napoletana colpisce a San Giovanni Lupatoto

Una truffa, uno squallido raggiro ai danni di una delle categorie più deboli, quella degli anziani. Questa volta, dopo i fatti di Bussolengo, la banda, tutta di origine campana, ha scelto il comune di San Giovanni Lupatoto per portare a termine il disegno criminoso. Il pretesto, sempre lo stesso: "Suo figlio (o figlia) ha avuto un incidente, non era in regola con l'assicurazione e per non farla finire in carcere deve pagare 4.800 euro in contanti e 200 euro per le marche da bollo".

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I tre colpi a San Giovanni Lupatoto

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Furto in appartamento a San Giovanni Lupatoto: proprietario rientra e si prende le botte
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I tre colpi risalgono al 19, 21 e 27 giugno 2018. Proprio nell'ultima occasione era stato arrestato "Luca", pseudonimo utilizzato dall'assistente di un inesistente avvocato Bevilacqua, che aveva il compito di ritirare i contanti per conto del professionista e consegnarli al tribunale. In realtà "Luca" era l'uomo sul posto del gruppo criminale napoletano che, seguendo le indicazioni dei telefonisti dalla Campania, si muoveva lungo la via per ritirare il frutto della truffa: 5mila euro nei due episodi, gioielli e preziosi nell'ultima.

Gli arresti

Il primo "Luca" era stato preso grazie alla reazione, seppur tardiva, dell'anziana, che resasi conto del raggiro e dopo aver consegnato i monili in oro, non disponendo di contanti e non potendoli prelevare, aveva telefonato ai Carabinieri della Stazione di San Giovanni Lupatoto, già in allerta per i due colpi precedenti, che prontamente erano intervenuti bloccando l'uomo proprio vicino all'abitazione della vittima, con addosso ancora tutti gli ori. Da quell'arresto gli investigatori hanno proceduto poi all'attività di indagine che ha portato, ieri, all'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare all'indirizzo di un altro napoletano, il "Luca" delle altre due truffe, ora ristretto a Poggioreale. Entrambi non sono ancora trentenni.

Il trucco di tenere i telefoni occupati

Per assicurarsi che le vittime non chiamassero i reali figli o le forze dell'ordine, la banda aveva architettato un piano semplice quanto efficace: telefonando al numero di casa, anche se la vittima buttava giù il telefono e provava a chiamare il 112, per esempio, in realtà la linea rimaneva agganciata alla telefonata con il cellulare, dal quale rispondeva un finto militare. Stessa strategia quando la vittima usciva per prelevare o prendeva il telefonino: le si consigliava di non chiudere la conversazione o fare altre telefonate perché il tempo a disposizione prima che la figlia o il figlio finisse in carcere era assai poco. La banda potrebbe aver colpito in tutta Italia, e per non lasciare tracce i complici sul posto si muovevano solo con mezzi pubblici.

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