Lessinia Film Festival, domenica dedicata alle esperienze in solitaria nella natura

Lessinia Film Festival, domenica dedicata alle esperienze in solitaria nella natura
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Vivere nella natura, dando ascolto alle voci e ai silenzi. Riannodano i legami tra l’uomo e la Madre Terra i due incontri culturali Parole alte, promossi in collaborazione con l’Università di Verona, in programma domenica 25 agosto al Film Festival della Lessinia.

Dare parola agli alberi

Dare parola agli alberi, i custodi del pianeta, e imparare ad ascoltarli e l’esortazione che l’associazione Curatorium Cimbricum Veronense ribadisce nella tavola rotonda tematica La voce degli alberi prevista alle 10 in Sala Olimpica. Dopo l’introduzione del presidente del Curatorium, Vito Massalongo, intervengono: l’esperto ambientale Filippo Ferrantini (Non siamo che alberi), la forestale Paola Favero (L’ecatombe di alberi dell’ottobre 2018), lo studioso Ezio Bonomi (Cimbri o boscaioli?) e il poeta-scrittore Tiziano Fratus (I più grandi alberi del pianeta).

Da soli nella natura

Da solo o assieme a pochi compagni di viaggio, attraversa a piedi catene montuose e terre selvagge senza utilizzare Gps, ricetrasmittenti, mappe, bussola e orologio, affidandosi soltanto alle indicazioni della natura. Esiste un mondo perduto che e ancora possibile ritrovare. Il camminare del geografo ed esploratore Franco Michieli dimostra che, anche senza le tecnologie, l’uomo può riscoprire la connessione primordiale e istintiva con la natura e raggiungere comunque la meta che si era prefisso. Alle 16 in Sala Olimpica, nell'incontro di Parole alte Andare per silenzi, che e anche il titolo del suo libro edito per Sperling&Kupfer, l’autore ripercorre alla rassegna scaligera alcuni dei suoi itinerari più suggestivi, dal deserto lavico islandese alle ascensioni andine.

Altri appuntamenti di domenica 25 agosto.

Montagna dentro. A partire dai ricordi personali fno alla ricerca di signifcati universali, i partecipanti del progetto La Montagna Dentro nel Carcere di Verona attraverso video, narrazioni, disegni, fotografe e musica rielaborano il tema del Festival: la Madre Terra. Partecipano all’incontro Dove c’è la terra che non c’è alcune persone detenute del laboratorio MicroCosmo. Modera la referente dell’associazione, Paola Tacchella.

Retrospettiva. Non esiste umanità separata dalla Madre Terra: a partire da da questa consapevolezza, il Film Festival della Lessinia dedica la Retrospettiva 2019 al Pianeta, tracciando una sorta di storia dei flm a esso dedicati a partire dagli anni Settanta a oggi. Si inizia alle 11, al Teatro Vittoria, con La planète sauvage / Il pianeta selvaggio (Francia, Cecoslovacchia 1973) in cui l’uomo primitivo e immemore disegnato da René Laloux e Roland Topor e ormai lontano dalle sue origini, assoggettato come animale da compagnia e sottomesso al capriccio di una specie di gargantueschi umanoidi sul pianeta Ygam.

Montagne italiane. Alle 16, per la sezione Montagne italiane, con Storia dal qui (Italia 2018) di Eleonora Mastropietro si viaggia fino ad Ascoli Satriano, dove non c’e niente. O almeno e questo che tutti dicono a Eleonora che nel paese dei suoi genitori non ci ha mai vissuto. Ci ha trascorso solo un’estate, in cui ha conosciuto Adele. Dopo molti anni, torna in Puglia sulle tracce dell’amica d’infanzia.

Concorso. Doppio e l’appuntamento con i flm in Concorso. Alle 18, sul grande schermo del Teatro Vittoria, e in programma in anteprima italiana My dear friend / Caro amico (Cina 2018), lungometraggio di Yang Pingdao. In un remoto villaggio cinese, una donna di città cerca l’amante scomparso. Il nonno dell’uomo ha una moglie scostante e un amico senza memoria: insieme andranno in esplorazione verso il villaggio della loro infanzia, a ritroso nello spazio e nel tempo. Alle 21 si susseguono una serie di cortometraggi. Agouro / Presagio (Francia, Portogallo 2018) di David Doutel e Vasco Sa. Storia di due cugini, che vivono in una spoglia capanna, con l’unica ricchezza di un toro da monta. L’arrivo di un rigido inverno, che congela la superficie del lago, spinge alle estreme conseguenze il loro difcile rapporto, segnato da incomprensioni e presagi. Poi l’anteprima italiana Enjaulados / In gabbia (Messico 2018) della giovane regista messicana Pamela Velazquez. All’ombra di un monte, in un poverissimo villaggio messicano, l’anziano Don Emilio e la moglie vivono sostenuti dalla loro grande fede, dal conforto della musica e dei loro uccellini. Quando, però, la donna si ammala, Don Emilio metterà in discussione anche Dio. A seguire, sempre in anteprima italiana, Chienne de vie / Vita bastarda (Svizzera 2018) di
Jules Carrin ambientato nella desolata campagna francese, dove Yannick e Lamiche trascorrono le loro giornate tra noia, birre e continue bravate. La loro amicizia si trascina in un crescendo di frustrazione e violenza, fino a cancellare le ultime speranze di una prospettiva per il futuro. Poi Ulysses (Cina 2017) di Cao Shu dove, tra montagne forse solo sognate, l’immaginazione dell’autore si muove ripercorrendo il filo di una memoria perduta e riemersa dalle pagine di un vecchio diario di scuola. E Return / Ritorno (Iran 2018) di Shahriar Pourseyedian in cui, dopo ventitré anni di prigione, Rahim torna nella sua terra
nativa, nella foresta lungo il fume, per incontrare suo fratello e indagare sul suo passato. Un viaggio che porterà alla luce un segreto indicibile

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