Sport e leggi razziali, nuovo spettacolo per ragazzi

Il nuovo spettacolo per i ragazzi di Fondazione Aida dedicato alla Shoah.

Sport e leggi razziali, nuovo spettacolo per ragazzi
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Sport e leggi razziali, nuovo spettacolo per ragazzi.

Sport e leggi razziali, nuovo spettacolo per ragazzi

Dopo Anne Frank e L'amico ritrovato il nuovo spettacolo per i ragazzi di Fondazione Aida dedicato alla Shoah affronterà il tema delle discriminazioni razziali nel mondo dello sport attraverso la storia, unica, di Ernő Erbstein, calciatore prima e allenatore poi, che ha saputo creare il mito di una delle squadre di calcio che ogni italiano ha nel cuore: il Grande Torino. Per la Giornata della Memoria, nell’ambito del progetto TAG Teatro Adolescenti e Genitori realizzato con la V Circoscrizione Comune di Verona, il 18 gennaio debutterà Il Segreto degli invincibili. Il Grande Torino, un allenatore ebreo e la follia della Shoah (da 11 anni). Lo spettacolo si terrà alle ore 18.30 presso il Teatro Blu (via Giuliari 29F Verona).

A seguire un dibattito

Seguirà un dibattito a cura di Prospettiva Famiglia che sarà condotto dal Professor Paolo Tricarico sul tema delle discriminazioni razziali che hanno subito gli atleti ebrei e zingari. Il segreto degli invincibili racconta uno dei periodi più bui della storia italiana ed europea, quello della follia nazifascista durante la Seconda Guerra Mondiale, attraverso la storia di un uomo, Ernő Erbstein, calciatore prima e allenatore poi, che con la sua straordinaria professionalità ha saputo creare il mito di una delle squadre di calcio che ogni italiano ha nel cuore: il Grande Torino. Il calcio è quindi il pretesto per raccontare quegli anni tetri, così da restituire al pubblico un affresco dell'Italia stretta nella morsa del fascismo. Contestualmente, seguendo la parabola sportiva del Grande Torino, si assisterà anche all'entusiasmo, all'energia e alla voglia di riscatto e rinascita degli anni subito seguenti alla guerra, anni in cui i granata dominavano appunto il campionato di calcio mentre l'Italia a due ruote si divideva tra il tifo per Coppi e quello per Bartali, il tutto correlato da immagini d'archivio dai Cinegiornali, radiocronache e articoli di giornale dell'epoca. L'epopea che si conclude il 4 maggio del 1949, quando Erbstein e tutta la squadra, perdono la vita nello schianto aereo contro il bastione della basilica di Superga. Da quel giorno finisce la storia e inizia il mito. Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto, è soltanto in trasferta come scriveva Indro Montanelli, nel Corriere della Sera, il 5 maggio 1949.

Con Valerio Ameli e Andrea Faccioli, musicista polistrumentista, regia Manuel Renga, è tratto dal libro di Simone Dini Gandini.

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